poesia


sonetto

sopra le rovine della magnifica nostra città di Brescia fatto annotato da Scipione Garbelli il 17 agosto 1769








  sopra le rovine della magnifica nostra città di Brescia

          Mentre nell'ore tacite sicura
          giacea ricca città di oro e di gente
          scende, e penetra il fulmine strudente
          di bellicosa polve in cava oscura;
          squarciarsi intorno con fragor le mura,
          piove di sassi un nembo e alzar si sente
          di sospiri e di grida un suon dolente,
          che mesce in un sa strage, e la paura;
          mors stupebat et natura
          altri con membra infrante, e informi volti
          restano oppressi nella gran rovina,
          altri pria di morir gemon sepolti.
          Possente in tutto appar la man divina:
          ma a noi non lice, infolta nebbia avvolti,
          discerner ciò che ira, o pietà destina.















settembre 2015
master.